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CHIERI | 10 FEBBRAIO – GIORNO DEL RICORDO

Le iniziative a Chieri: commemorazione al Parco della Rimembranza econvegno alla Biblioteca Civica

Il Giorno del Ricordo è stato istituito dal Parlamento per recuperare la memoria storica del dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi e delle complesse vicende relative al confine orientale durante la Seconda Guerra Mondiale e negli avvenimenti immediatamente successivi, dalla politica brutalmente antislava perseguita dal regime fascista alle tante vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunista alle migliaia di esuli costretti ad abbandonare le loro case.

Venerdì 10 febbraio, alle ore 21, alla Biblioteca civica (via Vittorio Emanuele II, 1) Enrico Miletto (Università di Torino) presenta il volume “Le due Marie. Vite sulla frontiera orientale d’Italia” (Editrice Morcelliana): due personaggi femminili estremi e diversi, una narrazione che contribuisce alla conoscenza di quel controverso periodo della storia italiana.

Sabato 10 febbraio, il Sindaco Alessandro SICCHIERO e il Presidente del Consiglio comunale Federico RONCOpresenziano, alle ore 10, al Parco della Rimembranza, alla cerimonia commemorativa organizzata in collaborazione con l’Associazione Veneti Chieresi e l’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra ANFCDG.

«La legge sul “Giorno del Ricordo” ha avuto il merito di rimuovere definitivamente la cortina di indifferenza e, persino, di ostilità che, per troppi anni, ha avvolto le vicende legate alle violenze contro le popolazioni italiane vittime della repressione comunista (…). La furia dei partigiani titini si accanì, in modo indiscriminato ma programmato, su tutti: su rappresentanti delle istituzioni, su militari, su civili inermi, su sacerdoti, su intellettuali, su donne, su partigiani antifascisti, che non assecondavano le mire espansionistiche di Tito o non si sottomettevano al regime comunista. Le violenze anti-italiane, nella maggior parte dei casi, non furono episodi di, inammissibile, vendetta sommaria. Rispondevano piuttosto a un piano preordinato di espulsione della presenza italiana» (Sergio Mattarella)

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