giovedì, Aprile 18
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Partner / IVANO CAVAGLIA’ / PERCHÉ (NON) INVESTI?

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Quando faccio consulenza sul tema investimenti spesso mi ritrovo di fronte a idee preconcette e luoghi comuni che diventano veri e propri muri da abbattere. Non a caso l’Italia è tra i Paesi con la più bassa educazione finanziaria a livello europeo.

Gli ostacoli che incontro sono diversi, al riguardo si potrebbero scrivere articoli e trattati (qualcuno, senz’altro, l’ha fatto). Io qui mi limiterò ad esaminare brevissimamente lo spauracchio più grande e gettonato tra tutti: il rischio.

Investire è rischioso? La risposta è (come spesso nella vita) “dipende”. Esistono investimenti più rischiosi e altri meno. In genere quelli rischiosi sono caratterizzati da elevata volatilità, cioè il loro valore oscilla (sia positivamente che negativamente) in modo percentualmente ampio nel tempo. Possono avere un guadagno molto grande in breve tempo, ma c’è anche la possibilità, altrettanto vertiginosa, di avere grandi perdite in pochi giorni.
Gli investimenti più solidi, invece, garantiscono guadagni più moderati ma, in linea di massima, costanti nel tempo, e hanno un profilo di rischio (cioè una possibilità di essere in perdita) molto scarsa.
Quest’ultimo tipo di investimento è caratteristico di quelli che potremmo chiamare (per semplificare) “investimenti assicurativi”. Dato un certo periodo di tempo, questo tipo di prodotti può avere una protezione del capitale pari al 100%, quindi adatta all’investitore più prudente.

A questo punto molti potrebbero pensare che se proprio non si vuole rischiare nulla sarebbe meglio non fare nulla e limitarsi ad accantonare i propri soldi come liquidità giacente sul conto corrente, non accorgendosi che, così facendo, è come se si fosse firmata una perdita certa di denaro per due motivi: i capitali “fermi” non crescono e finiscono col depauperarsi e perdere valore per effetto dell’inflazione.

Esiste una tale quantità di prodotti di investimento che si può trovare per ciascuno il suo, in base alle proprie tasche, orizzonte temporale e propensione al rischio.
Come consulente è mio compito aiutare “chi non se ne intende” a fare la scelta più adatta.

 

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