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Internet delle Cose e registri condivisi: la tecnologia che guida vaccini e farmaci

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Fonte AdnKronos 12 maggio 2021 | 07.30

Moderna e Pfizer utilizzano blockchain e IoT per garantire la catena del freddo e impedire contraffazioni. Per i vaccini Covid-19 come per tutto il settore farmaceutico.

La blockchain cammina fianco a fianco con l’industria farmaceutica, spinta dall’emergenza sanitaria ad accelerare nell’ambito dell’innovazione tecnologica. Una rete di produzione e distribuzione dei vaccini basata sulla blockchain è in grado di fornire sicurezza, trasparenza e tracciabilità in tutte le fasi. Specialmente attorno a un vaccino delicato come quello per Covid-19 che ha bisogno di un rispetto rigoroso della catena del freddo.

Negli Usa, Moderna si è alleata con IBM in un progetto pilota per monitorare in tempo reale i singoli lotti attraverso tutta la supply chain, dal sito di produzione a quello di destinazione. Un modo per garantire la tracciabilità e rafforzare anche la fiducia degli utenti finali, che hanno la sicurezza che ogni movimento della fiala sia stato monitorato. Ancora meglio se alla tecnologia blockchain si affiancano sistemi IoT, come sperimentato da Pfizer, il cui vaccino necessita di una conservazione a -80°C. Grazie a sensori integrati si registra, momento per momento, la temperatura in ogni fase del viaggio e, grazie alla blockchain, questi dati finiscono in un registro che fornisce una certificazione sicura, in tempo reale e immodificabile. La blockchain garantisce anche protezione dalla contraffazione mantenendo, al tempo stesso, una piena registrazione dei dati oggettivi senza interazione umana, così da preservare fino in fondi tutte le caratteristiche della privacy.

Proprio per questo è la tecnologia a cui si guarda per lo sviluppo dei passaporti vaccinali. Sono molte le soluzioni allo studio, ma tutte hanno alla base la blockchain, che permette di fornire informazioni certe e non contraffatte, nel rispetto della privacy, con archivi immutabili, anonimi e trasparenti. Un passaporto sanitario che contenga i dati su esiti dei test o sulla vaccinazione potrebbe diventare presto il modo prioritario per viaggiare o accedere ad eventi sportivi, culturali e di intrattenimento. In ambito farmaceutico, più generale, la blockchain si appresta a diventare un supporto fondamentale per la ricerca. Anche se ancora in fase embrionale, le applicazioni più importanti riguardano la protezione dei dati in modo sicuro e inviolabile, un modo che possa essere considerato legalmente valido in caso in cui si debbano portare come prove in giudizio.

Già più diffuse, non solo per il vaccino anti Covid-19, le applicazioni che riguardano la produzione e la distribuzione dei farmaci, sempre integrate con sistemi IoT, in modo da verificare il rispetto della catena di conservazione, con un tracciamento istantaneo nello spazio e nel tempo. Compagnie come MediLedger propongono soluzioni blockchain per la verifica della provenienza dei farmaci già di ampio uso negli Stati Uniti. Soluzioni in grado di garantire un supporto fondamentale anche nella sanità, dove consentono di tenere traccia delle scorte, evitando carenze e colli di bottiglia, localizzando farmaci scaduti o danneggiati. PharmaLedger è invece una piattaforma blockchain, sostenuta dal programma Horizon 2020 con un budget di oltre 20 milioni di euro, che unisce la catena di approvvigionamento, le sperimentazioni cliniche e i dati sanitari, con dentro colossi come Bayer, Astrazeneca, Novartis e Pfizer. Non solo: un packaging intelligente potrà permettere, quando sarà d’uso comune, il controllo dell’autenticità del singolo medicinale e di eventuali resi, oltre che impedire frodi come la re immissione sul mercato di farmaci scaduti.

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