Il terzo lunedì di gennaio, quest’anno il 15, i picchi di malumore e insoddisfazione nelle persone raggiungono i massimi livelli. Nella settimana del Blue Monday si registrano maggiori richieste di aiuto psicologico
Se pensavate che lunedì primo gennaio 2024, con il suo rientro a lavoro e alla vita di tutti i giorni, fosse un giorno complicato, preparatevi a ricredervi. Il giorno più duro e triste dell’anno deve ancora venire, e manca pochissimo. La nostra tenuta psicologica, infatti, sarà messa a dura prova lunedì prossimo, il cosiddetto “Blue Monday”, 24 ore in cui malinconia e infelicità saranno al massimo.
Non c’è nulla di veramente scientifico, ma un’equazione matematica messa a punto nel 2005 dal dottor Cliff Arnall, psicologo all’Università di Cardiff in Galles, ha stabilito che il terzo lunedì di gennaio è il giorno più deprimente di tutto l’anno. Il “Blue Monday” per antonomasia insomma: in inglese, infatti, “Blue” significa triste, depresso, malinconico.
Sicuramente le premesse per non fare i salti di gioia ci sono. Scarsa luce e basse temperature, fine delle feste con la loro euforia e la loro sospensione dal solito tran tran, buoni propositi formulati il 31 dicembre e già falliti a metà gennaio, corpi appesantiti e portafogli alleggeriti dalle spese natalizie e dai saldi: sono tanti i fattori che portano a essere tristi e a farci desiderare solo di infilarci sotto al piumone e dimenticarci di tutto e tutti.
Nella settimana del Blue Monday il picco di richieste di aiuto psicologico
E se lo stesso Arnall si è poi scusato per averlo reso un mese triste, spiegando che lui più che sottolineare le difficoltà voleva spronare le persone all’azione, rimane il fatto che gennaio è un mese complicato. Lo dimostrano alcuni studi che segnalano un picco nella richiesta di psicologi proprio nella settimana del Blue Monday: anche il 10% in più del periodo precedente. Nel gennaio 2023, le richieste avvenute in concomitanza del “lunedì triste” hanno raggiunto il 28%, contro il 17% della prima settimana e una media mensile del 20%. Stesso andamento nel 2022, nel 2021 e nel 2020, dove nella settimana del Blue Monday si sono concentrate rispettivamente il 24%, il 22% e il 25% delle richieste, contro una media mensile intorno al 20%. Ma anche in confronto al resto dell’anno gennaio non ha rivali: nel primo mese del 2023 ad esempio, le richieste hanno raggiunto il 21%, contro una media annuale di poco superiore all’8%.
A chiedere aiuto soprattutto la Gen Z
Molto rilevante il fattore generazionale: il 44% di chi cerca uno psicologo ha tra i 19 e i 25 anni (Gen Z), a dimostrazione che i giovani, a differenza degli adulti, hanno più a cuore la salute mentale e stanno superando il tabù dello psicologo, una volta visto come una cosa da ‘matti’ di cui vergognarsi.