Un colpo che fa male al cuore della città.
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, ignoti si sono introdotti all’interno della chiesa dell’Istituto Salesiano Valsalice, in viale Thovez a Torino, e hanno trafugato una delle reliquie più care alla comunità: una piccola teca contenente una scheggia d’osso di San Giovanni Bosco.
Il furto è stato scoperto all’alba dai religiosi dell’istituto, che hanno immediatamente allertato la polizia. Gli agenti hanno acquisito i filmati delle videocamere di sorveglianza e avviato le indagini, anche perché non si tratta dell’unico episodio della notte: tra via Monferrato e corso Casale, nella zona della Gran Madre, sono stati denunciati altri furti in negozi della zona.
Più di un oggetto sacro: un simbolo di identità
La teca sottratta, collocata da decenni nell’abside della chiesa ai piedi dell’immagine di Don Bosco, non ha valore economico — ma è inestimabile dal punto di vista spirituale. È un pezzo di memoria viva, legato all’identità dei Salesiani e a generazioni di torinesi che hanno trovato nei suoi insegnamenti una guida per la vita.
Oltre alla reliquia, i ladri avrebbero portato via anche oggetti liturgici, tra cui quattro calici, piattini e un ostensorio. La dinamica del furto lascia pensare a un’azione organizzata: l’ingresso sarebbe avvenuto dal cortile interno, una zona normalmente ben sorvegliata.
L’appello dei Salesiani: “Restituite la reliquia”
Il messaggio lanciato dalla comunità salesiana è chiaro e accorato:
«Non ha valore economico, ma è un simbolo sacro. Chiunque l’abbia presa, la restituisca».
La notizia ha scosso profondamente ex allievi, parrocchiani, semplici cittadini. Per molti, Don Bosco non è solo una figura religiosa, ma un punto di riferimento culturale e sociale. Il gesto ha lasciato sgomenti anche a Chieri, città che con il Santo educatore ha un legame forte e diretto, visto che proprio qui mosse i suoi primi passi verso il sacerdozio.
In attesa di sviluppi dalle indagini, resta l’amarezza per un episodio che ferisce una comunità intera.
