Oggi, domenica 13 ottobre 2024, abbiamo celebrato un evento che affonda le sue radici in un momento cruciale della storia del nostro territorio: l’arrivo delle ferrovie. Le immagini che vedete raccontano una giornata ricca di emozioni, ma vorremmo anche condividere qualche informazione per chi non ha potuto partecipare o desidera approfondire l’argomento.
Nel XIX secolo, le ferrovie rappresentarono un simbolo di modernizzazione, insieme all’introduzione della luce elettrica. Grazie alla loro capacità di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza, favorirono non solo il commercio e gli spostamenti, ma anche l’incontro tra culture diverse, contribuendo così a una vera e propria “riduzione” dei territori.
Il Regno di Sardegna fu tra i primi in Italia a riconoscere il potenziale strategico di queste infrastrutture. Già nel 1840, venne avviato lo studio per collegare Genova a Torino tramite una linea ferroviaria, con ramificazioni verso il Lombardo-Veneto. Tuttavia, il progetto subì una deviazione politica nel 1844, quando re Carlo Alberto decise di far passare la linea attraverso la Lomellina e Novara, per creare un ponte tra il porto di Genova e il centro Europa, bypassando il dominio austriaco sui porti di Venezia e Trieste.
L’espansione delle ferrovie non si fermò qui. Il tratto Torino-Genova fu completato entro il 1853, e nel frattempo anche i piccoli centri come Trofarello e Chieri seppero cogliere le opportunità offerte da questa trasformazione. Nel 1871, grazie alla lungimiranza del sindaco di Chieri, Lorenzo Rodino, venne costruita una linea che collegava la città con Trofarello, permettendo di accedere rapidamente a Torino e, da lì, a tutto il resto d’Italia.
In pochi decenni, la geografia del nostro territorio cambiò radicalmente, passando da un’economia prevalentemente agricola a un’area strategicamente connessa ai principali centri commerciali e industriali del Paese.
Le ferrovie furono essenziali per questo progresso, e oggi celebriamo l’importanza di quei visionari amministratori comunali che, 150 anni fa, seppero immaginare un futuro in cui il nostro territorio sarebbe stato al centro di una rete moderna e interconnessa.